ago 13, 2021 - minuto di letturaminuti di lettura

Discromie dentali intrinseche ed estrinseche: come trattarle

La discromia dentale, come indica il nome, è una alterazione del colore naturale del dente che determina un sorriso sgradevole e, pertanto, problemi di natura estetica per il paziente. Può avere cause diverse, e manifestarsi in maniera superficiale oppure più profonda; ciascuno dei due casi richiederà un diverso approccio terapeutico.

Argomento

I diversi approcci terapeutici per le discromie dentali, in particolare, vanno dal trattamento superficiale tramite pulizia e sbiancamento, fino all’applicazione di faccette per migliorare l’aspetto e l’estetica dentale.

Tipologie di discromie dentali

Il colore dei denti è dato principalmente dalla dentina, in quanto lo strato di smalto esterno è praticamente trasparente. La colorazione dei denti riconosce pertanto moltissime variazioni personali, legate sia a caratteristiche genetiche, anche ereditarie, sia a conseguenze di abitudini e stili di vita. Questo comporta anche la possibilità che il colore cambi nel corso degli anni, per i più diversi motivi; il fatto stesso che i denti tendano a diventare più scuri e meno brillanti con l’età è del tutto normale.

Se il cambiamento di colore dei denti si manifesta con macchie o colorazioni percepite come anomale, si parla dunque di discromia dentale. Conoscere l’eziologia della discromia dentale è essenziale in tutte le circostanze, dal momento che solo conoscendo le cause scatenanti è possibile distinguere tra la tipologia di discromia, e agire di conseguenza.

In particolare, esistono due tipologie di discromia dentale, distinguibili appunto in base alle loro cause: le discromie dentali estrinseche, così definite in quanto il difetto di colorazione emerge a un livello superficiale, sullo smalto, e le discromie dentali intrinseche, dovute a macchie profonde nello smalto o nella dentina.

Le prime hanno delle cause esterne, quali sostanze che macchiano la superficie del dente, mentre le seconde nascono da delle cause interne legate allo sviluppo o alla crescita del dente stesso.

Cause e trattamento delle discromie dentali estrinseche

Le discromie dentali estrinseche hanno una eziologia multifattoriale, ma correlata principalmente alle sostanze che entrano in contatto con la superficie dentale.

La letteratura scientifica adotta diversi sistemi di sotto-classificazione, tra cui quello che distingue tra macchie estrinseche di origine metallica e non metallica; tuttavia, occorre sottolineare come esistano tante tipologie di macchie di natura estrinseca quanti possibili fattori e cause scatenanti.

Infatti, appartengono a questa categoria le macchie gialle causate dal fumo di tabacco, da particolari alimenti e bevande come caffè, tè, alcuni alcolici e così via, ma anche alcuni da alcuni principi attivi di determinati farmaci o integratori alimentari, inclusi alcuni presenti in dentifrici e collutori (tra cui anche la clorexidina che, se utilizzata oltre le normali prescrizioni o a concentrazioni troppo elevate, porta allo sviluppo di macchie tra il marrone e il grigio scuro).

Ovviamente, anche la placca dentale e i depositi di tartaro possono essere variamente implicati in questo processo, e aggravare o causare a loro volta la percezione estetica dei denti macchiati nel paziente (in particolare i pigmenti del cosiddetto tartaro nero gengivale). Una ridotta igiene orale o non corretta spesso contribuisce a peggiorare ulteriormente una discromia dentale estrinseca.

Il trattamento delle discromie dentali estrinseche consiste, essenzialmente, in forme di pulizia e sbiancamento dentale. La letteratura scientifica dimostra che, nei casi più leggeri, anche l’utilizzo di prodotti sbiancanti ad uso casalingo può apportare un beneficio sufficiente per il paziente sul piano dell’estetica; in altri casi l’unica soluzione è che il dentista ricorra a trattamenti di igiene dentale professionale e sbiancamento con perossido di idrogeno o di carbammide, se necessario anche a intervalli regolari nel tempo.

Cause e trattamento delle discromie dentali intrinseche

Vi sono poi le discromie dentali intrinseche, ulteriormente distinguibili in pre-eruttive e post-eruttive. Le discromie intrinseche pre-eruttive sono quelle che hanno origine nel corso dello sviluppo del dente, e spesso si accompagnano a un dente non del tutto formato.

Si devono dunque a un certo numero di patologie dello sviluppo dentale, tra le quali l’amelogenesi imperfetta, la dentinogenesi imperfetta, la fluorosi, l’iperbilirubinemia congenita, l’ipoplasia dello smalto, l’alcaptonuria, il riassorbimento radicolare e altre ancora, che determinano macchie nere o macchie bianche sulla superficie dentale.

Alcune dipendono da componenti genetiche, tendono a manifestarsi nei bambini molto piccoli e non prevedono la possibilità di prevenzione, altre invece sono determinate dall’assunzione di farmaci nel corso della gestazione o dell’infanzia (p. es. alcuni antibiotici come le tetracicline, ma anche il fluoro).

Quanto alle discromie intrinseche post-eruttive, ossia quelle acquisite quando la dentatura è già formata, possono avere le più diverse cause: un trauma, una carie profonda, residui di materiali utilizzati un tempo per impianti e protesi (in particolare l’amalgama d’argento per le corone dentali) ma anche, semplicemente, l’invecchiamento, durante il quale lo smalto si assottiglia e la dentina vira al colore giallo-marrone, o ancora il risultato di un intervento di chirurgia, ortodonzia, endodonzia conservativa.

Per il trattamento delle discromie dentali intrinseche lo sbiancamento non è sufficiente, dal momento che le macchie hanno una causa che non dipende dalla superficie dentale ma va in profondità. Pertanto occorre ricorrere a interventi come l’installazione di faccette dentali in ceramica, composito o disilicato di litio, da applicarsi sul dente in maniera adesiva a seguito di una leggera limatura dello smalto. 

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