ago 13, 2021 - minuto di letturaminuti di lettura

DMFT: calcolo dell'indice di prevalenza della carie e indagini epidemiologiche

La carie è una delle patologie del cavo orale più diffuse al mondo, originatasi per caratteristiche e problemi dei denti (a partire dalla demineralizzazione) o per qualità e quantità della saliva. Per calcolare la sua incidenza si utilizza ancora oggi un indice che è considerato standard da diversi decenni: il DMFT.

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Le sue caratteristiche lo rendono veloce e generalmente affidabile, ed è il più utilizzato nel settore degli studi epidemiologici sulla carie dentale.

Il suo calcolo è molto semplice, essendo basato su un esame visivo e sul conteggio dei denti affetti da patologia cariosa o in vario modo coinvolti. Grazie a tale dato è possibile lavorare su campioni molto ampi, classificandoli in modo rapido e permettendo ampie indagini, utili a favorire l’individuazione dei fattori di rischio della carie dentale, le cure e soprattutto la prevenzione.

Indice DMFT: valore e significato

Sono stati elaborati, in anni recenti, moltissimi indici per il rilevamento della patologia cariosa, stante la sua forte prevalenza a livello mondiale. Tuttavia, il più utilizzato oggi è l’indice epidemiologico messo a punto da Klein e Palmer già nel 1937: l’indice DMFT.

La sigla sta per Decayed – Missing – Filled – Teeth, e fa dunque riferimento alla presenza di denti cariati, mancanti oppure otturati (o sottoposti a restauro). A seconda dell’interesse nel campo della ricerca epidemiologica, si possono considerare anche indici parziali (DT per i soli denti cariati, MT per quelli mancanti e via discorrendo), ma in generale si considera l’indice nella sua interezza.

Va anche osservato che l’indice DMFT può anche essere indicato con le minuscole, dmft: in questo caso ha il medesimo significato, ma fa riferimento alla dentatura decidua. In alternativa, è possibile anche considerare un indice DMFS, calcolato sulle superfici dentarie (considerando 4 superfici per la dentatura frontale e 5 per molari e premolari): si tratta di un parametro più raffinato, ma anche meno utilizzato negli studi.

In generale, comunque, l’indice presenta numerosi vantaggi, non tanto per il lavoro quotidiano degli odontoiatri (per i quali è più interessante la condizione del singolo paziente che il dato numerico in sé) quanto per la ricerca: utilizzare come dato di base l’indice DMFT consente infatti di adottare un parametro veloce da raccogliere, anche in presenza di protesi o altri elementi, durante una semplice visita, e soprattutto è standardizzato e facile da calcolare.

Per contro, non si può non sottolineare che spesso la velocità può comportare imprecisione, facilitata anche dal fatto che la raccolta dei dati per il DMFT si basa su una rilevazione basata su un semplice esame visuale, ma per avere un dato più certo occorrerebbe accompagnare all’osservazione l’ausilio di un test più specifico, come la radiografia.

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Calcolo dell’indice DMFT

L’indice DMFT, dunque, esprime la prevalenza delle carie in un singolo soggetto considerato, e viene utilizzato per effettuare studi e ricerche su campioni molto ampi, relativamente al numero di denti affetti in vario modo da carie fino al momento dell’esame.

Secondo le linee guida del protocollo dell’OMS, il DMFT si calcola in genere sulla base di 32 denti, includendo quindi anche i denti del giudizio; in altri casi si utilizzano solo i 28 denti permanenti, e un aggiustamento analogo va effettuato anche nel caso si esegua un conteggio sulla dentatura decidua.

Per effettuare il calcolo del DMFT, lo specialista dovrà semplicemente effettuare un esame visivo della dentatura del paziente, individuando i denti che hanno lesioni cariose evidenti (non includendo nel conteggio le carie incipienti), quelli che sono stati estratti e quelli otturati a seguito dell’insorgenza di una carie (indipendentemente dal metodo utilizzato).

L’indice DMFT è composto dalla somma dei denti danneggiati, mancanti o otturati che è stata conteggiata nel paziente. Supponendo quindi che il paziente abbia un indice pari a 10 (4-3-3), significherebbe che ha 22 denti integri (sul totale di 32), 4 denti cariati, 3 denti mancanti e 3 denti con otturazioni.

Il valore massimo, naturalmente, sarebbe 32 su 32 (o 28 su 28 o, ancora, 128 su 128 per l’indice DMFS sulle superfici), e la valutazione è talvolta espressa in percentuale, come %DMFT (o %DT, %DM ecc., a seconda dei parametri d’interesse individuati).

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Indagini epidemiologiche, indice DMFT e prevenzione

Per utilizzare il DMFT nelle indagini epidemiologiche può esser necessario suddividerlo a seconda di ulteriori sottogruppi, in genere in base all’età, ma anche tra maschi e femmine, o per aree geografiche, a seconda del parametro d’interesse.

Il più delle volte, l’interesse è rivolto al calcolo della prevalenza della carie nei bambini, e dunque si differenziano i valori DMFT tra adulti e bambini: in media, per i primi (adulti tra 35 e 44 anni) si considera basso un indice inferiore a 5, e alto pari o superiore a 14, mentre per i bambini di età inferiore a 12 anni un indice molto basso è inferiore a 1 ed è alto o molto alto se superiore a 6.

Sulla base di questo dato possono essere effettuati studi sull’incidenza delle carie nella popolazione, utili per scopo conoscitivo e d’indagine clinica, e ovviamente anche per valutare e mettere in atto obiettivi di sanità pubblica nazionale o internazionale.

Si può menzionare il report di parodontologia “Indagine epidemiologica nazionale sulle condizioni dentoparodontali dei bambini di 4 e 12 anni”, condotta da diversi studiosi nel 2006 sul territorio nazionale, che è stata utile a evidenziare la discrepanza tra l’indice DMFT nazionale per le fasce d’età considerate e gli obiettivi proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per gli anni successivi.

Così è stato possibile stimolare l’adozione di un progetto di promozione della salute orale da parte delle autorità sanitarie, dei medici e dei genitori, insegnando ai bambini l’uso di spazzolino, dentifricio e altri strumenti di igiene orale, ma anche procedendo al monitoraggio delle abitudini alimentari e di quanto queste ultime influenzino la salute dei denti.

Le indicazioni di prevenzione della carie che emergono da simili studi sono orientate, naturalmente, a un’informazione capillare sull’igiene orale dei pazienti. Per prevenire la carie è essenziale utilizzare con costanza dei prodotti adeguati, come lo Scovolino GUM SOFT-PICKS® PRO per la pulizia quotidiana dei denti, ergonomico e delicato sulle gengive, oppure il Dentifricio GUM BIO, che offre un’igiene orale sicura e naturale.

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