ago 13, 2021 - minuto di letturaminuti di lettura

Probiotici e odontoiatria: fatti e scoperte chiave

Sulla scia delle recenti scoperte sull'importanza del microbioma intestinale, è in corso una ricerca sui benefici dei probiotici specifici per la salute orale. La letteratura suggerisce che ci sono più di 700 ceppi prevalenti di batteri comuni nel cavo orale [1], che aderiscono sia ai tessuti duri che a quelli molli.

Argomento

Il microbioma orale coesiste con il suo ospite e l'ambiente circostante in un equilibrio dinamico. Tuttavia, questa relazione simbiotica può essere alterata da una molteplicità di fattori, in grado di causare la crescita di batteri patogeni, responsabili di disturbi e malattie del cavo orale. Le modalità di trattamento più convenzionali di queste malattie solitamente prevedono la rimozione (meccanica) dei batteri patogeni, tuttavia sono stati identificati diversi ceppi probiotici idonei a fungere da catalizzatori per il sollievo antimicrobico e antinfiammatorio. Tra questi, in particolare, c'è Limosilactobacillus reuteri (precedentemente noto come Lactobacillus reuteri), uno dei probiotici disponibili più indagati e documentati.

Il microbioma orale inesplorato

La ricerca sul microbioma orale e sui probiotici come il Limosilactobacillus reuteri ha fornito una visione promettente del modo in cui i batteri buoni possano bilanciare i ceppi maligni, in particolare se combinati con adeguati rituali di igiene orale. Secondo i risultati di una recensione condotta nel 2017, dal titolo Uso di probiotici e salute orale [2]:

Alcuni batteri come Porphyromonas gingivalis, Tannerella forsythiae Treponema denticola sono molto diffusi nella parodontite, mentre altri, come il Limosilactobacillus reuteri e il Bifidobacterium sono in grado di sostenere miglioramenti importanti nella salute parodontale.

In combinazione con una buona routine di igiene orale, ci sono prove che i probiotici possano essere un pilastro importante per la gestione della salute orale: se impiegati assieme alle procedure parodontali tradizionali come lo scaling e rooth planing, possono infatti comportare un'ulteriore riduzione della profondità della tasca. Mentre i ricercatori esplorano la diversità del microbioma orale (leggi il nostro blog al riguardo), continuaimo a fare nuove scoperte sul ruolo che i probiotici possono svolgere nella prevenzione e nel trattamento delle malattie orali. Diamo un'occhiata più nel dettaglio alle evidenze sul Limosilactobacillus reuteri in relazione alla terapia parodontale.

Il Limosilactobacillus reuteri e la gestione della malattia parodontale

Sono stati condotti diversi studi clinici controllati randomizzati, in doppio cieco con placebo per valutare l'effetto di compresse a base di Limosilactobacillus reuteri, come aggiunta al trattamento parodontale convenzionale (scaling e rooth planing), rispetto al solo scaling e rooth planing. I risultati di quattro di questi studi sono stati combinati in  una revisione sistematica del 2016 [3] e tre studi potrebbero anche essere inclusi in una meta-analisi. Come parametri del risultato primario, i ricercatori hanno indagato in primis il livello di attacco clinico parodontale (CAL) e la riduzione della profondità della tasca (PPD).

È interessante notare che il gruppo che ha ricevuto le compresse probiotiche ha mostrato un aumento significativo del CAL, così come una riduzione del sanguinamento durante il sondaggio (BOP). Guardando invece alla riduzione della PPD, sono stati riscontrati miglioramenti significativi, in particolare nelle tasche moderate e profonde. Lo studio conclude: "Entro i limiti di tale studio, i risultati di questa meta-analisi sembrano supportare l'uso congiunto di Limosilactobacillus reuteri a SRP nel trattamento CP a breve termine, specialmente nelle tasche più profonde."

È interessante notare che la Federazione Europea di Parodontologia (EFP) ha recentemente pubblicato un'ampia revisione sistematica [4] sull'uso congiuntivo dei modulatori ospiti. In questo articolo, gli autori hanno concluso di non essere in grado di trovare un chiaro beneficio dei probiotici in aggiunta alla terapia parodontale convenzionale in termini di riduzione della PPD e guadagni CAL. Tuttavia, questa conclusione si basava su analisi che includevano diversi ceppi di probiotici, tra cui anche il Lactobacillus rhamnosus SP1, Streptococcus oralis KJ3, Streptococcus uberis KJ2 e Streptococcus rattus JH145. Tuttavia, concentrandosi specificamente sul Limosilactobacillus reuteri è possibile riscontrare effetti benefici.

Poiché i probiotici comprendono molti microrganismi diversi, specie e ceppi specifici e persino differenti tipi di preparati, le conclusioni sull'efficacia dei probiotici in senso lato come aggiunta alla strumentazione subgingivale devono essere viste con una certa cautela.

Capire come i probiotici contribuiscano al benessere orale

Mentre studi precedenti hanno cercato di coinvolgere l'efficacia dei probiotici nel trattamento delle condizioni parodontali, risultati più recenti hanno esplorato esattamente il modo in cui agiscono. Ancora una volta, la nostra crescente comprensione del microbioma intestinale (leggi il nostro blog al riguardo) ha spianato la strada ad importanti intuizioni sul comportamento e sull'equilibrio del microbioma orale.

Una revisione sistemica condotta nell'ultimo decennio sui risultati di 15 studi scientifici[5] ha concluso che, mentre i dati che abbiamo attualmente sui probiotici risultano validi e importanti, siamo ancora alle prime fasi della loro convalida. Secondo la revisione, il prossimo step per dimostrare l'efficacia di queste affermazioni è rappresentato da studi clinici randomizzati con periodi di follow-up a lungo termine. Evidenze a lungo termine della capacità dei probiotici di ridurre la prevalenza o la gravità della parodontite (e condizioni similari) consentirebbero ai ricercatori di individuare esattamente quali ceppi di batteri probiotici sono più efficaci e quale sia il loro effetto individuale sul microbioma orale.

Il potenziale dei probiotici sia come trattamento autonomo per la parodontite sia per altre condizioni croniche è significativo e potrebbe aprire la strada alla bioterapia orale nel prossimo futuro. Attingendo a comprovate pratiche batterioterapiche per il trattamento di condizioni gastrointestinali e comprendendo meglio gli effetti dei probiotici, la bioterapia orale potrebbe divenire una modalità di trattamento parodontale. 

Un articolo peer-reviewed pubblicato nel 2017, Probiotics: A New Era of Biotherapy [6] ipotizza che i probiotici - guidati dal Limosilactobacillus reuteri - coltivati al di fuori del corpo e introdotti come parte della bioterapia orale, possano produrre anticorpi e immunoglobuline necessari per aiutare nel recupero delle condizioni parodontali e ad un ritorno all'omeostasi per il microbioma orale.

Un crescente interesse per la microbiologia orale

Le proprietà benefiche dei probiotici sono ampiamente comprese. Mentre la ricerca continua a mappare il microbioma orale e sondare il suo ruolo nello sviluppo e nella gestione delle condizioni di salute orale, per comprendere le opportunità di sfruttamento dei probiotici orali nella prevenzione e nel trattamento di condizioni croniche. Sia che siano usati da soli o in combinazione con trattamenti parodontali tradizionali, è molto probabile che i probiotici diventino un punto fermo nella cura orale nei prossimi anni.

I parallelismi tra il microbioma orale e il microbioma intestinale segnalano l'efficacia dei probiotici in una gamma entusiasmante di applicazioni. E mentre la scienza prosegue nel cammino della conoscenza, i primi risultati sono promettenti quanto le prospettive. Per saperne di più, contattaci.

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