ago 13, 2021 - minuto di letturaminuti di lettura

Igiene orale interdentale: muoversi con facilità tra le evidenze scientifiche

Nel nostro mondo sempre connesso, ci si può aspettare che i professionisti della salute orale siano al passo con i progressi ottenuti nella rierca in materia di igiene dentale e nelle raccomandazioni cliniche. Dopotutto, persino i nostri pazienti hanno ora facile accesso ad una molteplicità di informazioni online e potrebbero avvalersene anche prima di consultarsi con i loro esperti di fiducia in materia di salute orale.

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In effetti, tutti noi utilizziamo spesso risorse online per una rapida ricerca, per prepararci ad una discussione, una visita dal dentista o una riunione imminenti. Sebbene i dentisti concordino sul fatto che le informazioni online rappresentino una grande risorsa, è spesso difficile valutarela l'ampia letteratura disponibile in termini di validità, qualità dei dati e affidabilità delle informazioni [1].

Come possiamo tenere traccia di così tante pubblicazioni e di così tanti dati?

Una cosa è certa: non è facile.

Evidenze scientifiche: quante ce ne sono?

Le evidenze scientifiche in ambito sanitario crescono in maniera esponeziale e l'odontoiatria non fa eccezione. Per capire di che mole di studi stiamo parlando, dai uno sguardo a questi "simpatici"dati...:

  • Un team negli Stati Uniti ha stimato che, per stare al passo con i 7'827 articoli pertinenti pubblicati mensilmente, un medico di famiglia dovrebbe dedicare 627,5 ore alla lettura della letteratura medica ogni mese, equivalenti a 21 ore al giorno [2].
  • Una pubblicazione di PLoS One ha scoperto che il numero totale di riviste dentali è aumentato significativamente da 46 nel 2003 a 83 nel 2012 [3] Ed era solo il 2012...!
  • Oggi ci sono più di 100 riviste dentali [4] e circa 26 riviste di igiene dentale [5].

Come tenere il passo? Come possiamo affrontare una simile esplosione informativa? 

Possono venirci in aiuto le sintesi, redatte sulla base delle evidenze disponibili in letteratura, che ci aggiornano su ciò che suggeriscono gli ultimi studi pubblicati e peer-reviewed. Esse sono disponibili in molte forme, dalle revisioni dei messaggi da "portarsi a casa" e delle conclusioni di studi chiave, come accade nei White Papers, alle revisioni sistematiche altamente protocoltizzate con analisi statistiche complesse dei gold standard; tra queste ricordiamo le apprezzate recensioni di Cochrane [6] che combinano i risultati solo degli studi qualitatvamente migliori e cioè degli studi controllati randomizzati (RCT).

Questo approccio alla progressiva riduzione della complessità è diventato una risorsa inestimabile nell'attuale mondo dinamico di dati in continua esplosione, essenziale per tenere il passo con l'evolversi nel tempo della conoscenza e delle evidenze scientifiche.

Quindi, cos'è la medicina basata sull'evidenza o l'EBM? Vediamo di approfondire assieme.

Medicina basata sulle evidenze (EBM) e odontoiatria basata sulle evidenze (EBD)

Il British Medical Journal (BMJ) fu uno dei primi a descrivere la medicina basata sulle evidenze scientifiche (EBM) e la definì come "l'uso coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze attuali per prendere decisioni sulla cura dei singoli pazienti" [7].

E l'odontoiatria? L'American Dental Association (ADA) definisce "l'odontoiatria basata sulle evidenze scientifiche (EBD)," come un approccio all'assistenza sanitaria orale, che combina le valutazioni sistematiche delle evidenze clinicamente rilevanti, con la competenza clinica, nonchè le esigenze e le preferenze di trattamento del paziente [8].

Nell'adottare questa definizione, l'ADA riconosce che, mentre le raccomandazioni di trattamento possono essere guidate dalle evidenze scientifiche, alla fine, la raccomandazione finale dovrebbe essere determinata per ogni paziente dal suo caregiver e che le preferenze del paziente dovrebbero essere prese in considerazione in ogni decisione [8].

Sembrerebbe quindi che la medicina basata sull'evidenza sia qualcosa che ci aiuta a navigare più agevolmente in questo mare di informazioni, riassumendo ciò di cui disponiamo ed aiutandoci a dare un senso.

Igiene orale interdentale (IOH) per prevenire e trattare le malattie gengivali: qual è in questo caso lo stato delle evidenze scientifiche?

Come sapete, è disponibile un vasto assortimento di strumenti meccanici di pulizia interdentale che si adattano a diversi spazi interdentali ma anche a diverse abitudini e preferenze da parte dei pazienti. Questo assortimento include filo interdentale, scovolini interdentali professionali e scovolini interdentali in gomma (o picks), tutti efficaci, se usati correttamente.

Ma cosa consultare per saperne di più sulle prestazioni comparate di questi strumenti? Cosa dice la letteratura più recente per ciascuno di questi approcci di pulizia interdentale? Quali di questi dispositivi promuove una maggior compliance? Come utilizzare queste informazioni per guidare e semplificare le tue raccomandazioni e adattarle ad ogni paziente?

Per poter formulare delle raccomandazioni basate sulle evidenze scientifiche, dobbiamo chiaramente dare un'occhiata a quanto dicono queste evidenze. Hai tempo per leggere circa 20 lunghi documenti che confrontano i diversi dispositivi di pulizia interdentale nei pazienti in prevenzione e in trattamento?

Beh, conosciamo la risposta... per questo l'abbiamo fatto noi per te! 

Abbiamo eseguito una revisione della letteratura intitolata "Pulizia interdentale per prevenire e trattare le malattie gengivali: stato delle evidenze scientifiche" [9]. Abbiamo esaminato 17 studi randomizzati controllati (RCT) e 6 revisioni sistematiche e meta-analisi, andando a selezionare quelle che mettevano a confronto l'efficacia nel controllo della placca di filo interdentale, scovolini interdentali professionali e in gomma. Lo abbiamo fatto sia per la prevenzione in individui oralmente sani, sia per il trattamento in pazienti con gengivite o parodontite.

Per saperne di più su ciò che dice l'ultima letteratura sull'igiene orale su filo interdentale, scovolini professionali e in gomma, scarica il nostro White Paper.

È inoltre possibile visualizzare il nostro Modulo 1 del Virtual Training, dal titolo "Pulizia Interdentale: stato delle evidenze scientifiche" che include una intervista al Prof. Graziani.

"Riassumere le prove aiuta a colmare il divario tra medici e pazienti", afferma Mariano Sanz.

La Federazione di Parodontologia (EFP) ha appena completato anche un'ampia revisione della letteratura sul trattamento della parodontite e ha pubblicato – per la prima volta nella sua storia – delle linee guida formali basate sulle evidenze in materia di trattamento della parodontite [10].

Si è trattato di un lungo e scrupoloso lavoro completato nel Perio workshop 2019 a cui hanno partecipato 90 esperti provenienti da 19 paesi. In questa occaisone, sono state sintetizzate le evidenze risultanti da 15 revisioni sistematiche degli studi attualmente disponibili sul trattamento e la prevenzione della parodontite.

L'idea dell'EFP è che queste linee guida possano offrire percorsi terapeutici per i professionisti della salute orale basati sulle diagnosi individuali dei pazienti. L'intento è quello di aiutare gli operatori sanitari orali di tutto il mondo a fornire il miglior trattamento possibile ai loro pazienti, facilitando l'adozione degli interventi preventivi e terapeutici più appropriati a seconda dello stadio e della gravità della parodontite.

"Queste linea guida alla fine andranno a beneficio del paziente che riceverebbe il miglior trattamento possibile ai sensi delle sue disposizioni", ha dichiarato Mariano Sanz, che ha presieduto il Perio Workshop 2019 che ha sviluppato e pubblicato le linee guida [11].

L'odontoiatria basata sulle evidenze scientifiche, per una maggior tranquillità

In sintesi, in un mondo di studi e pubblicazioni di dati sempre più numerosi, i riassunti della letteratura, l'odontoiatria basata sulle evidenze (EBD) e le linee guida redatte sulla pratica clinica (CPG) basata su quelle evidenze riassunte, ci aiutano a navigare nella complessità ma soprattutto ci rassicurano fornendoci la consapevolezza che stiamo facendo del nostro meglio per i nostri pazienti.

Le evidenze riassunte non dettano ogni nostra decisione, né ci ostacolano o bloccano - non dimentichiamo che ogni paziente è diverso, con le proprie paure, preferenze e aspettative. Esse ci aiutano, guidando le nostre raccomandazioni per ogni tipo di paziente che abbiamo di fronte, considerando il livello delle evidenze scientifiche in modo da conoscere l'"ultima baseline" mentre prendiamo la nostra decisione clinica.

Quindi, quando vuoi conoscere le ultime evidenze scientifiche o non sei sicuro di quelle che stai consultanto, risparmia tempo! Fai riferimento alle sintesi degli studi e, se disponibili, controlla le linee guida redatte per la pratica clinica.

[1] Vineet Dhar “Evidence-based dentistry: An overview“ Contemp Clin Dent. 2016 Jul-Sep; 7(3): 293–294.

[2] Alper BS, Hand JA, Elliott SG, Kinkade S, Hauan MJ, Onion DK, Sklar BM. “How much effort is needed to keep up with the literature relevant for primary care?” J Med Libr Assoc. 2004 Oct;92(4):429-37.

[3] Yasas Shri Nalaka Jayaratne & Roger Arthur Zwahlen “The Evolution of Dental Journals from 2003 to 2012: A Bibliometric Analysis“ PLoS One. 2015; 10(3): e0119503. 

[4] https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_dental_journals

[5] https://www.omicsonline.org/dental-hygiene.php

[6] https://www.cochranelibrary.com/ and https://www.cochranelibrary.com/cdsr/reviews.

[7] Sackett D, Rosenberg W, Gray J, Haynes R, Richardson W. “Evidence based medicine: what it is and what it isn’t. “ BMJ 1996; 312:71-2. 

[8] ADA Policy on Evidence-Based Dentistry, ADA website, Updated: August 29, 2013.

[9] “Interdental cleaning to prevent and treat gum disease: state of the evidence“ An Oral Health White Paper Series | N°2, © Sunstar Europe Sàrl Sunstar Professional, version2, Feb 2020.

[10] Sanz M, Herrera D, Kebschull M, et al; On behalf of the EFP Workshop Participants and Methodological Consultants. “Treatment of stage I–III periodontitis—The EFP S3 level clinical practice guideline”. J Clin Periodontol. 2020;47:4–60. 

[11]Perio Insight 13 - Summer 2020 “EFP publishes first evidence-based treatment guidelines for periodontitis”.

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